La macchia mediterranea capoliverese

Ginestra spinosa (Calycotome spinosa), localmente nota come Pruno Caprino (Foto di A.Aprile)

Ginestra spinosa, localmente nota come Pruno Caprino (Foto di A.Aprile)

Dopo allegre passeggiate alla scoperta della natura durante il Festival del Camminare e la vista di paesaggi spettacolari della Capoliveri Legend Cup, abbiamo deciso di chiedere un po’ di informazioni sulla conformità del territorio capoliverese ad una delle guide ambientali elbane, la nostra Alessandra.

Svelandoci un po’ di aneddoti sulle sue escursioni guidate con i turisti, Alessandra inizia a raccontarci della macchia mediterranea che ci circonda e della sua flora millenaria.

La macchia mediterranea

è una vegetazione tipica degli ambienti antropizzati o che sono stati sfruttati sina dai tempi più remoti per diverse attività

Trekking alla Vecchia Ferrovia (Foto di D.Sozzi)

Trekking alla Vecchia Ferrovia (Foto di D.Sozzi)

A Capoliveri, ovviamente, il territorio è stato fortemente sfruttato in passato con l’estrazione del ferro,  ma come si sofferma nel raccontare Alessandra:

gran parte del territorio di Capoliveri aveva dei bellissimi terrazzamenti per i vigneti che adesso non si vedono più, anche se i muretti a secco ne testimoniano la presenza

Molto probabilmente sul promontorio di Calamita sorgeva una bella e folta lecceta, che non è altro l’evoluzione finale della macchia mediterranea se uomini o incendi non ne interrompono lo sviluppo.

Quella stessa vegetazione che gli etruschi hanno sfruttato per fondere il minerale cavato nei cantieri più antichi; una volta consumato il combustibile locale la fusione si è in seguito spostata a Populonia.

Ed oggi, lungo i sentieri di Calamita, cosa si può osservare?

Lentisco (Pistacia lentiscus) che un tempo si usava, per estrarre l’olio dalle sue bacche, come combustibile per le lampade e, in tempi duri, come sostituto dell’olio d’oliva.

Rosmarinus officinalis, Erica arborea, Cistus incanus ovvero Cisto Rosa, Cistus salvifolius ovvero Savifoglio, Cistus monspeliensis ovvero Cisto Maschio, ma anche Lavandula stoechas ovverp Lavanda Selvatica, Spartium junceum – Ginestra spagnola, Calycotome spinosa – Ginestra spinosa.

Lavanda Selvatica (Foto di A.Aprile)

Lavanda Selvatica (Foto di A.Aprile)

La maggior parte delle piante della macchia, per poter sopportare il clima mediterraneo, in particolare estati secche e molto calde, adotta una serie di strategie che si possono facilmente osservare:

La Ginestra Spinosa perde le foglie nel periodo estivo (tecnica detta Estivazione)

Il Rosmarino ripiega i propri margini verso l’interno per diminuire la superficie al sole (si tratta di Ripiegamento lamina fogliare)

Alcune specie rendono più spesse le proprie foglie (tecnicamente Sclerofillia), mentre altre, grazie alla presenza di peli, limitano la traspirazione.

Fondamentale per la vita di queste piante, il suolo.

Da esso traggono l’acqua e i minerali indispensabili al loro metabolismo.

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